COLLEZIONE DI MARMI ANTICHI “LEONARDO DA VINCI” ALABASTRO DI PALOMBARA |
Collocazione: 6A-a1 | |
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Campioni No.: 3, 29 | |
Tipo di roccia: Sedimentaria |
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Località di estrazione: Sconosciuta |
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Descrizione geologica: Travertino compatto zonato |
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Altri nomi: marmor alabastrum |
Questo bel alabastro, che unisce il bianco opaco ai toni caldi del marrone, è staro ritrovato in grande quantità tra le rovine dell’Hortus Lamiani, nei terreni della villa del marchese del XVII sec. Massimiliano Palombara sul colle Esquilino a Roma, da cui il nome. Questa pietra costituiva parte della pavimentazione e delle decorazioni architettoniche di quella che fu residenza dell’imperatore Caligola (39-41 d.C.) e in seguito probabilmente utilizzata dalla corte imperiale di Claudio (41-54 d.C.). Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, gli scalpellini romani riciclarono parte del materiale proveniente dalle rovine della villa imperiale per decorare molte chiese. A Roma questo alabastro si trova, tra le altre, in S. Pietro, S. Bernardo, S. Maria in Traspontina, S. Prassede, S. Carlo ai Catinari, S. Francesco a Ripa, S. Spirito, Trinità dei Pellegrini e al Pantheon. L’origine di questo alabastro è tuttora sconosciuta e vari autori hanno ipotizzato la sua provenienza dall’Asia minore, piuttosto che dalla Toscana. Recentemente, la scoperta delle antiche cave di alabastro fiorito a Pamukkale in Turchia ha rivelato che in passato era stato estratto nella zona anche un materiale molto simile all’alabastro di Palombara. Tuttavia, senza un’analisi isotopica di laboratorio non si può avere ancora conferma dell’esatta provenienza della pietra in questione. |
Riferimenti: Collezione Corsi (Oxford) No. 311, Borghini (1989) p. 148, Price (2007), p. 53, Pullen (2015) pp. 146-147 |